Di certo non pensavo che sarebbe finita così; era quello che
continuavo a ripetermi mentre correvo senza una meta precisa. Lo scontro fra un
gruppo di uomini e un Qualcosa di
indefinibile era stato improvviso e inaspettato. La città, ormai, era deserta e
silenziosa. Certamente questi esseri indefiniti
non si aspettavano gli umani armati e determinati a difendere quello che
era stato il loro territorio. Un errore inammissibile, il loro : aver
sottovalutato l’intelligenza umana.
Ci attaccarono, ma noi ci difendemmo
fino all’ultima nostra energia. Poi però non
capii più quanti di noi fossero morti e se questi esseri fossero riusciti ad organizzarsi dopo la
sorpresa iniziale. Di colpo tutto venne avvolto dal fumo. Non restò, per me,
che correre. Corsi dunque, senza voltarmi mai indietro.
Non so quanto tempo fosse
passato, quanta strada avessi percorso. Non capivo bene neppure dove fossi.
Trovai il coraggio di voltarmi verso le rovine fumanti di quella che, un
tempo, era stata una città. Prima. Poi, l’arrivo
di questi esseri di cui la maggior parte di noi aveva solo letto nei libri o
visto nei film. Non si riuscivano a vedere né con la luce del giorno , né con
il buio della notte, non sapevamo quindi che aspetto avessero , ma presto
capimmo che le loro intenzioni erano tutt'altro che pacifiche. Volevano il
controllo della città? volevano distruggerci? E noi non sapevamo neppure il
motivo, il vero motivo.
Qualcuno aveva predetto che la Natura
si sarebbe ribellata alla prepotenza dell’uomo.
Fanatico, era stato definito. Tutto era continuato come sempre.
Fanatico, era stato definito. Tutto era continuato come sempre.
Mi trovai in un bosco
fitto e verdeggiante. Rimasi immobile guardandomi attorno: vedevo solo alberi.
C'era silenzio e tutto sembrava immobile.
Poi, qualcuno parlò. Fu una quercia a parlarmi con una voce
vagamente metallica ma molto suadente. Mi disse che ero al sicuro nel bosco e
che nessuno mi avrebbe fatto del male. Guardai attentamente quel tronco
cercando di capire come potesse formulare frasi, anche se ormai nulla più mi stupiva.
Ero in trappola. Lo capii immediatamente vedendo gli altri
alberi del bosco che ondeggiavano minacciosi verso di me. Sentivo muovere il
terreno sotto i piedi, lo sentivo ondeggiare, alzarsi come se respirasse e
fosse pronto ad inghiottirmi . Le radici! Dovevo prestare attenzione e fare in
modo che quelle loro propaggini sotterrate non mi afferrassero i piedi e le
gambe. In quel caso, ne ero certo, non avrei avuto la possibilità di salvarmi.
Mi tolsi le scarpe. Ripresi a correre verso l’ignoto, lasciandomi alle spalle un mondo divenuto ostile e sconosciuto. Un mondo che ormai sapevo non appartenere più agli uomini. Ma a chi? Esseri intelligenti, forti, determinati, sicuramente invincibili? Tuttavia non potevo fare altro: correre finché il cuore non fosse scoppiato e poi… forse avrei trovato il buio.
Azzurrocielo
Mi tolsi le scarpe. Ripresi a correre verso l’ignoto, lasciandomi alle spalle un mondo divenuto ostile e sconosciuto. Un mondo che ormai sapevo non appartenere più agli uomini. Ma a chi? Esseri intelligenti, forti, determinati, sicuramente invincibili? Tuttavia non potevo fare altro: correre finché il cuore non fosse scoppiato e poi… forse avrei trovato il buio.
Azzurrocielo
Bellissimo racconto Azzurrocielo!
RispondiEliminaRacconto quasi fantascientifico ma anche metafora della nostra vita. E qui mi sorge spontanea una domanda.
Ma questi nemici sono intorno a noi o dentro di noi?
Bacio!
mah... chissà... direi intorno a noi ...se lo legge chi penso io mi dirà che ho uno strano legame con gli alberi, li amo , li abbraccio ma li temo...vediamo se commenterà..
Eliminabacioni
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaBel racconto AnnaMaria (ti chiami così ho letto) senza pompa magna ma con la necessaria suspence ti afferra i polsi impedendoti ulteriori movimenti. Buono il ritmo, efficace la scrittura che mantiene alta l'angoscia che cerchi di mostrare. Pur non essendo il mio piano di azione, l'ho solamente sfiorato un paio di volte ma non approfondito, riconosco che sai ben dosare gli elementi narrativi.
RispondiEliminaPerò perché gli alberi? Hai già detto avanti che qúesti esseri non si riesce a vedere né di giorno né di notte, e adesso li immedesimi in alberi. C'è di sicuro una tua ragione. Posso saper quale?
Ti aspettavo. Si mi chiamo così ma preferisco qui sul web il nickname. Forse sono stata troppo stringata nello scrivere. Il protagonista si rende conto che gli esseri in questione sono negli alberi o gli alberi stessi ?! Sono gli alberi, nel mio immaginario. avrei dovuto scriverlo meglio ma quando un'idea arriva io voglio metterla subito nero su bianco, sono impulsiva e devo vedere subito quello che ho scritto. Non sono una scrittrice, non so scrivere ma voglio migliorarmi. Benvengano critiche e perplessità sono oro per chi vuole imparare a scrivere. Grazie!
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